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Conflitto israelo-palestinese. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria contro la violenza in qualsiasi forma e modalità

Ateneo

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria da sempre pone la massima  attenzione ai processi democratici di sviluppo della cultura, della libertà, dei valori, delle tradizioni, del rispetto per le forme di pensiero, di religione, di identità diverse. Promuove l’amicizia fra tutti i popoli e non dimentica che la vera pace è sempre frutto della giustizia,  non è solo valore, idea, forma di convivenza ma è prima e soprattutto condizione perché si possa parlare di libertà, di culture, di religioni, di idee, di tradizioni, di identità, mentre qualunque tipo di conflitto ne è la negazione.

L’Università Mediterranea è convinta che senza la pace ogni plurale è destinato a diventare prima singolare, poi silenzio autodistruttivo: per questo abborrisce la violenza in qualsiasi forma e modalità, nega che possa avere alcuna realistica funzione risolutrice di conflitti, ne denunzia il carattere esclusivamente distruttivo. Su questa base, avvertendo la responsabilità per la missione che alle istituzioni di alta cultura e ai loro membri viene assegnata dalla storia, l’Università Mediterranea guarda con sgomento e sincera angoscia ai fatti di violenza che si svolgono nel mondo intero e specialmente a quelli in corso da troppo tempo nel conflitto israeliano-palestinese.

Convinta com’è che la violenza non produca che altra violenza e che le ragioni della pace siano da costruire non solo con parole ma con concrete azioni politiche, giuridiche, economiche di pace, l’Università Mediterranea:

  • esprime la propria vicinanza a tutte le persone che in questo momento e nei mesi e negli anni passati hanno sofferto atti di prevaricazione che umiliano la condizione umana in ogni suo aspetto;
  • assiste ammutolita all'indicibile massacro in atto nella Striscia di Gaza e alla strage di innocenti che ivi si consuma; 
  • condanna severamente le condizioni inumane in cui un’intera popolazione viene costretta;
  •  manifesta la grave preoccupazione per la drammatica condizione in cui versa quel territorio, a quasi due anni dall’inizio delle operazioni militari lanciate da Israele in risposta alle azioni criminose perpetrate da Hamas contro cittadini israeliani inermi il 7 ottobre 2023;
  • esprime profonda indignazione e ferma condanna per le gravissime, ripetute e intollerabili violazioni dei diritti umani, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, commesse dalle autorità israeliane a Gaza, che includono bombardamenti indiscriminati e blocco degli aiuti umanitari;
  • condanna altresì, e con pari severità, l’ingiustificato mancato rilascio degli ostaggi israeliani  da parte  di Hamas;
  • chiede ed auspica che cessino i bombardamenti,  le atrocità ed i sequestri di persona,  che impediscono il dialogo e la possibilità di costruire soluzioni del conflitto; 
  • chiede l’immediata apertura di corridoi umanitari che garantiscano il diritto alla vita a tutte le persone in difficoltà e pericolo;
  • chiede il riconoscimento del diritto ad avere diritti per le persone di ogni età, religione, cultura, cittadinanza, che sono private del proprio futuro imprigionate nel presente senza tempo della violenza che esclude ogni libertà;
  • chiede che sia assunta, a livello nazionale, europeo e internazionale, ogni iniziativa necessaria per tutelare i diritti, oltre che del popolo israeliano, del popolo palestinese, contrastando le azioni illecite perpetrate e riaffermando le ragioni dei diritti umani e del diritto internazionale;
  • si impegna a studiare azioni concrete di accoglienza di docenti, studenti e studentesse delle università palestinesi al momento del tutto impedite di svolgere le proprie funzioni.